Pioggia estiva

Perdonami se oggi sono impaziente, amore.
È la mia prima pioggia estiva. La foresta,
sulle sponde del fiume, è agitata
e i rigogliosi alberi di ipomea acquatica
tentano, con i fiori profumati, il monsone che passa.
Vedi, da ogni parte il cielo è attraversato
da lampi e il vento solleva i capelli.
Se proprio oggi ti porto il mio dono,
perdonami amore.
Il mondo dei soliti giorni
è nascosto dal vapore della pioggia,
ogni lavoro è sospeso nelle case,
desolati sono i campi.
Solo per gli occhi tuoi neri
lo scrosciare della pioggia
ritrova la sua melodia,
e, alla tua porta, vestito d’azzurro,
luglio aspetta che tu apra, coi gelsomini
pronti per le tue trecce.

Rabindranath Tagore
Ph MLM

Cogli questo piccolo fiore

Cogli questo piccolo fiore
e prendilo. Non indugiare!
Temo che esso appassisca
e cada nella polvere.

Non so se potrà trovare
posto nella tua ghirlanda,
ma onoralo con la carezza pietosa
della tua mano – e coglilo.

Temo che il giorno finisca
prima del mio risveglio
e passi l’ora dell’offerta.

Anche se il colore è pallido
e tenue è il suo profumo
serviti di questo fiore
finché c’è tempo – e coglilo.

Rabindranath Tagore
Ph MLM

Non abbandonarti

Ischia

Non abbandonarti, tieniti stretto,
e vincerai.
Vedo che la notte se ne va:
coraggio, non aver paura.
Guarda, sul fronte dell’oriente
di tra l’intrico della foresta
si è levata la stella del mattino.
Coraggio, non aver paura.
Son figli della notte, che del buio battono le strade
la disperazione, la pigrizia, il dubbio:
sono fuori d’ogni certezza, non son figli
dell’aurora.
Corri, vieni fuori;
guarda, leva lo sguardo in alto,
il cielo s’è fatto chiaro.
Coraggio, non aver più paura.

Rabindranath Tagore
Ph MLM

Al mattino gettai la mia rete nel mare

Al mattino gettai la mia rete nel mare.
Trassi dall’oscuro abisso cose di strano
aspetto e di strana bellezza –
alcune brillavano come un sorriso,
alcune luccicavano come lacrime,
e alcune erano rosee
come le guance d’una sposa.
Quando, alla fine del giorno,
tornai a casa con il mio bottino,
il mio amore sedeva nel giardino
sfogliando oziosamente un fiore.
Esitante deposi ai, suoi piedi
tutto quello che avevo pescato.

Lei guardò distrattamente e disse:
“Che strani oggetti sono questi?
Non capisco a che possano servire”.
Chinai il capo, vergognoso, pensando:
“Non ho lottato per conquistarli,
non li ho comperati al mercato;
non sono doni degni di lei”.
E per tutta la notte li gettai
a uno a uno sulla strada.
Al mattino vennero dei viaggiatori;
li raccolsero e li portarono
in paesi lontani.

Rabindranath Tagore
Ph MLM

Vita

Il Lavandeto di Assisi

Io so
questa vita è piena
di gioie e dolori,
di risa e di pianto.

Io non so
perché tutto questo;
quali saranno i frutti
del susseguirsi laborioso
di tutto l’universo.

Io non so
che avverrà poi
in questo mondo tanto oscuro…
se avrà o non avrà fine
il dolore dell’universo,
se le stesse speranze
dell’assetato di giustizia
saranno o meno appagate.

Io non domando
ai dotti di conoscere
il mistero della vita,
né pretendo di sciogliere da solo
i nodi che legano l’universo.

Io credo d’essere
legato ad un solo destino
assieme a miriadi di vite;
mi consegno perdutamente all’amore
che conduce il mondo.

Rabindranath Tagore
Ph MLM