L’amore

Le parole son barche
a perdersi così, di bocca in bocca,
come di nebbia in nebbia.
Portan le loro merci fra le conversazioni
senza trovare un porto,
la notte che a loro pesi come un’àncora.

Devono abituarsi ad invecchiare
e a vivere pazienti come legno
consumato dalle onde,
via via scomporsi, danneggiarsi pian piano,
fino a che alla cantina abituale
giunga il mare a sommergerle.

Perché la vita va nelle parole
come il mare in una barca,
ricopre di tempo il nome delle cose
e porta alla radice d’un aggettivo
il cielo d’una data,
il balcone d’una casa,
la luce d’una città riflessa in un fiume.

Per questo, nebbia a nebbia,
quando l’amore invade le parole,
batte alle sue pareti, marca in esse
i segni d’una storia personale
e lascia nel passato dei vocabolari
sensazioni di freddo e di caldo,
notti che sono notte,
mari che sono il mare,
passeggiate solitarie con estendersi di frasi
e treni fermi e canzoni.

Se l’amore, come tutto, è questione di parole,
avvicinarmi al tuo corpo è stato creare una lingua.

Luis García Montero
Ph MLM

Tu che sai tutto

Forse, forse tu potrai
trovare quello che per me è impossibile,
quello in cui non sono riuscito minuto dopo minuto
di un notte d’insonnia,
perché niente confessano gli ultimi sforzi
dell’ascensore inutile
e conservano silenzio i rumori della luce
e delle prime auto.
Ma forse, è sicuro che tu puoi,
perché pensi a tutto e tutto riconsideri,
trovare quello che per me è impossibile,
un luogo del mio corpo, un angolo dei miei occhi
che non siano memoria del tuo corpo e dei tuoi occhi,
dei tuoi capelli che sanno piangere come un ricordo
su di noi insieme,
delle labbra che sanno tacere come un sogno,
delle mani che cercano il mio viso e mi domandano
e non aspettano risposta.
È sicuro che tu puoi perché pensi a tutto,
ma io non trovo niente,
niente trovo in me stesso
che non viva rassegnato ad essere memoria,
amore di te,
ombra di ciò che esiste poiché ti appartiene.

Luis García Montero
Ph MLM

Cabo Sounion

Col passare degli anni,
cosa proverò leggendo questi versi
d’amore che adesso ti scrivo?
Me lo domando perché è nuda
la storia della mia vita davanti a me,
in quest’alba d’intimità,
quando la luce è improvvisa e rossa
e io sono quello che sono
e le parole
conservano il calore del corpo che le dice.

Saranno memoria e pelle del mio presente
o solo umiliazione, intatta ferita.

Ma con il passare del tempo,
quando dolore e fortuna si consumano con noi,
vorrei che questi versi sconfitti
avessero l’emozione
e la calma delle rovine classiche.
Che la parola sempre, sommersa nell’erba,
spunti con il corpo mezzo rotto,
che l’amore, come un fregio consunto,
conservi dignità contro l’azzurro del cielo
e che sul marmo freddo di una passione antica
i viaggiatori romantici affermino
l’omaggio del loro nome,
nel comprendere la fortuna di vivere così fragile,
gli occhi che riuscirono a incontrarsi
nell’infinita solitudine del tempo.

Luis García Montero
Ph MLM