Perché vie tanto larghe? Perché vie tanto dritte? Il mio passo storto è stato regolato dai vicoli tortuosi da dove vengo. Non so camminare nella vastità simmetrica implacabile. La città grande è questo? Le città sono passaggi tortuosi di nascondino in cui le case appaiono-scompaiono quando vogliono e tutti quanti lo trovano normale. Qui tutto è esposto evidente sfavillante. Qui mi obbligano a nascere di nuovo, disarmato.
Sorge il mattino di un nuovo anno. Le cose sono lustre, a posto. Il corpo liso si rinnova di spuma. Tutti i sensi svegli funzionano La bocca sta masticando la vita.
Definitivo, come tutto ciò che è semplice. Il nostro dolore non accade accidentalmente per le cose vissute, ma per le cose che sono state sognate e non sono state realizzate. Perché soffriamo tanto per amore? Giusto sarebbe non soffrire, appena ringraziare per aver conosciuto una persona così bella, che generò in noi un sentimento intenso e che ci fece compagnia per un periodo ragionevole un periodo felice. Soffriamo perché ? Perché automaticamente dimentichiamo di ciò che abbiamo goduto e passiamo a soffrire per le nostre proiezioni non realizzate, per tutte le città che avremmo voluto conoscere a lato del nostro amore e non abbiamo conosciuto, per tutti i figli che avremmo voluto aver vicino e non abbiamo avuto, per tutti gli spettacoli e libri e silenzi che avremmo amato condividere, e non abbiamo condiviso. Per tutti i baci cancellati dall’eternità. Soffriamo non perchè il nostro lavoro è logorante e paga poco, ma per tutte le ore libere alle quali rinunciamo per andare al cinema, per conversare con un amico, per nuotare, per innamorarsi. Soffriamo non perchè nostra madre è impaziente con noi, ma per tutti i momenti nei quali avremmo potuto confidare a lei le nostre più profonde angosce se lei fosse stata interessata a comprenderci. Soffriamo tanto non perchè la nostra squadra ha perso, ma per l’euforia soffocata. Soffriamo non perché invecchiamo, ma perché il futuro ci viene confiscato, impedendo così che ci accadano mille avventure, tutte quelle che abbiamo sognato e mai arrivammo a sperimentare. Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto? La risposta è semplice come un verso: Illudendosi di meno e vivendo di più! Ogni giorno che vivo, più mi convinco che lo sperpero della vita è nell’amore che non diamo, nelle forze che non usiamo, nella prudenza egoista che non fa rischiare nulla, e che, evitando la sofferenza, perdiamo anche la felicità. Il dolore è inevitabile. La sofferenza è opzionale.
Ho speso un’ora pensando un verso che la penna non vuole scrivere. Tuttavia esso è qui dentro inquieto, vivo. Esso è qui dentro e non vuole uscire. Ma la poesia di questo momento inonda tutta la mia vita.
Definitivo, come tutto ciò che è semplice.
Il nostro dolore non accade accidentalmente per le cose vissute,
ma per le cose che sono state sognate
e non sono state realizzate.
Perchè soffriamo tanto per amore?
Esatto sarebbe non soffrire,
appena ringraziare per aver conosciuto
una persona così bella,
che generò in noi un sentimento intenso
e che ci fece compagnia per un periodo ragionevole
um periodo felice.
Soffriamo perchè?
Perchè automaticamente dimentichiamo
di ciò che abbiamo goduto e passiamo a soffrire
per le nostre proiezioni non realizzate,
per tutte le città che avremmo voluto
conoscere a lato del nostro amore
e non abbiamo conosciuto, per tutti i figli che
avremmo voluto aver vicino e non abbiamo avuto,
per tutti gli shows e libri e silenzi
che avremmo amato condividere,
e non abbiamo condiviso.
Per tutti i baci cancellati,
dall’eternità.
Soffriamo non perchè il nostro lavoro è logorante
e paga poco, ma per tutte le ore libere
alle quali rinunciamo per andare al cinema,
per conversare con un amico,
per nuotare, per innamorarsi.
Soffriamo non perchè nostra madre
è impaziente con noi,
ma per tutti i momenti nei quali
avremmo potuto confidare a lei
le nostre più profonde angosce
se le fosse stata interessata
a comprenderci.
Soffriamo tanto non perchè la nostra squadra ha perso,
ma per l’euforia soffocata.
Soffriamo non perchè invecchiamo,
ma perchè il futuro ci viene
confiscato, impedendo così
che ci accadano mille avventure,
tutte quelle che abbiamo sognato e
mai arrivammo a sperimentare.
Come alleviare il dolore di ciò che non fu vissuto?
La risposta è semplice come un verso:
Illudendosi di meno e vivendo di più!
Ogni giorno che vivo,
più mi convinco che
lo sperpero della vita
è nell’amore che non diamo,
nelle forze che non usiamo,
nella prudenza egoista che non fa rischiare nulla,
e che, evitando la sofferenza,
perdiamo anche la felicità.
Il dolore è inevitabile.
La sofferenza è opzionale.